La mia storia

Libertà e dolore
I limiti mi stavano stretti. L'arte dello spostamento, conosciuta anche come parkour, è stata il mio primo strumento di evasione e di ricerca. L'esplorazione delle possibilità di movimento e di spostamento a corpo libero nell'ambiente è un'occasione per vivere letteralmente sulla propria pelle la libertà dai limiti convenzionali, in questo caso rappresentati dalle regole di transito pedonale. La ricerca di libertà è continuata con la filosofia, che ho approfondito a partire da una laurea all'Università di Padova: cercavo la libertà di pensiero, prima al di là delle nozioni, poi al di là delle conoscenze in generale e poi, ancora, al di là del tempo e dello spazio. In quel periodo mi è stata diagnosticata una malformazione arterio-venosa, potenzialmente fatale, per cui sono stato costretto a farmi rimuovere il lobo inferiore del polmone sinistro. Ho iniziato a confrontarmi con l'idea della morte da vicino e ho sofferto parecchio. Una settimana dopo sono arrivati i problemi: dopo essere uscito dall'ospedale, davanti ad una prospettiva di convalescenza di più di sei mesi, la mia compagna dell'epoca ha capito che mi voleva solo come un amico. Succede a tutti, si va avanti. Il mese dopo sono stato ricoverato di nuovo, d'urgenza, per una complicazione post-operatoria. Mi hanno infilato tre o quattro tubi nel torace e mi hanno tirato via circa sette litri di liquido pleurico. Mentre mio polmoncino malconcio si stava espandendo, finalmente libero dalla pressione del liquido, ho iniziato a tossire per non soffocare a causa del movimento del muco che si era accumulato. Per non perdere l'occasione, il capo reparto ha chiamato a raccolta una decina di specializzandi per studiare il caso. In quel momento sono crollato. Mi sentivo solo, le due cose che riempivano la mia vita, la pratica e l'amore, mi erano state tolte e tutto il resto mi sembrava grigio e vuoto. Fortunatamente ero convinto che un giorno mi sarebbe tornata la voglia di vivere, così ho riempito le mie giornate di impegni per evitare di pensare troppo, nell'attesa che qualcosa cambiasse. Dopo quasi un anno finalmente qualcosa è successo: sono andato a curiosare ad un raduno anarchico in mezzo ai boschi, all'insegna dell'amore e del rispetto per la natura, e tra una cosa e l'altra ho ritrovato la serenità e la speranza che mi servivano. Lì ho deciso che avrei lavorato su me stesso senza sosta, fino al momento in cui non fossi diventato abbastanza forte da non permettere più a nulla di farmi cadere. A poco a poco ho iniziato a riconoscere i limiti del pensiero e ho cominciato a cercarne l'origine nell'esperienza diretta, attraverso la sperimentazione di diverse tecniche contemplative, lo studio del movimento e la meditazione.
Un mondo nuovo
La ricerca dell'esperienza diretta mi ha aperto le porte a quello che potremmo chiamare "mondo interiore dell'essere umano", fatto di sensazioni e percezioni sottili, intuizioni, emozioni pure, libere da ogni necessità di manifestazione, e sentimenti e conoscenze antichi, impressi nelle profondità del nostro sistema nervoso. I limiti hanno assunto un nuovo significato: da ostacoli si sono trasformati in alleati, sostegni esteriori a partire dai quali trasformare le esperienze in occasioni di comprensione della natura umana e di risveglio della coscienza. Ho sperimentato diversi tipi di ascesi per purificare il mio corpo, il mio cuore cuore e la mia mente dalla paura, dall'aspettativa e dall'attaccamento e ho iniziato ad interessarmi a misticismo e gnosi. Più andavo a fondo, più l'attrattiva per il mondo esteriore, fatto di piacere, azione e narrazione, si convertiva in un desiderio sempre più ardente di trascendenza e di quiete, che solo dopo diversi anni sono riuscito ad integrare nella gioia della vita. Ho conseguito un master universitario in meditazione e neuroscienze ad Udine, per confrontare le mie esperienze interiori con un percorso organizzato, che mi ha permesso di entrare in contatto con esponenti di tradizioni diverse, dall'esicasmo cristiano di Camaldoli, al buddhismo mahayana di Pomaia, allo zen della scuola di Soto-Shu e mi ha aiutato a definire meglio i limiti delle discipline scientifiche e razionaliste in relazione alla "psicologia del profondo".


Tecniche e sentieri
All'inizio della mia ricerca sono entrato in contatto con un gruppo di "Quarta Via", in relazione con l'insegnamento di Gurdjieff. Ho provato a lavorare con loro, ma presto abbiamo convenuto che la mia attitudine alla ricerca era poco compatibile con i metodi e i mezzi del gruppo, così ho continuato da solo, arricchito di molti spunti su cui ho lavorato negli anni successivi e, soprattutto, della scoperta di questo insegnamento. La Quarta Via è un percorso realizzativo che mira allo sviluppo armonioso e completo della natura umana. Viene detta quarta perché si differenzia dalle tre vie classiche presenti in diverse tradizioni: la via del corpo e del gesto, la via del cuore e della devozione e la via della mente e della gnosi. La particolarità di questa via è che, a differenza delle altre, mira alla realizzazione della non dualità in modo autonomo dall'utilizzo delle tecniche operative e utilizza questa realizzazione come fondamento del percorso e non "solo" come fine, per questo è detta via "senza sostegni" e "diretta".
Tornando a me, ho sperimentato direttamente gli approcci delle diverse vie e ho riconosciuto nella via diretta il mio lignaggio, pur mantenendo nella mia pratica anche elementi delle altre. Ho lavorato per anni per comprenderne e stabilizzarne i principi nella mia essenza e ho fondato un gruppo di ricerca con cui ho iniziato a condividere il mio lavoro e un'associazione per divulgarne il valore. Grazie alle attività dell'associazione ho conosciuto l'amico e maestro Paolo Proietti, un grande insegnante e formatore di yoga ma soprattutto un cercatore di verità, che ha avuto la fortuna di lavorare per decenni con dei grandi maestri di tradizioni diverse e Laura, la sua eccezionale compagna. Così ho iniziato a lavorare con loro per integrare le mie esperienze e conoscenze con le tecniche e i principi del tantra e dello hatha yoga, del teatro noh, del qi gong e del kalaripayattu.
Amore, visione e cammino
L'ultimo capitolo di questa semibreve autobiografia riguarda la mia vita attuale, tra quotidianità, ricerca e progetti vari. La novità più grande rispetto ai capitoli precedenti è senza dubbio il mio grande amore, su cui penso sia giusto spendere due parole, siccome è parte integrante di ciò che sono e faccio oggi. Prima di tutto, dopo il mio periodo ascetico, ero convinto, tra le altre cose, di non voler più alcuna relazione impegnata, per potermi dedicare completamente ai miei progetti e alla mia ricerca. Beh, poi ho conosciuto Milena. Appena l'ho conosciuta ho intravisto in lei una scintilla di magia, che, in modo molto distaccato, ho subito deciso di voler aiutare a fiorire. Nel giro di una settimana quella scintilla si era impressa così nel profondo del mio cuore che ormai era parte di me. Ci siamo baciati come se fosse la prima volta e, da lupi solitari, in un attimo ci siamo trovati a vivere insieme. Tutto ciò che consideravo essere la mia vita si è trasformato nello spazio in cui coltiviamo il nostro amore. Un cambiamento non da poco, per quanto mi riguarda. Ora camminiamo insieme, condividiamo la nostra ricerca e... aspettiamo felicemente un maschietto. In tutto questo, per quanto siano cambiate tante cose, non ho rinunciato né alla ricerca né ai progetti, solo che, da miei, sono diventati "nostri". Il tema centrale è la ricerca, la formazione e la divulgazione nell'ambito dello sviluppo integrato dell'individuo e i progetti principali sono tre: Uncensored Runners, Plhomo e DietroDuomo. UR lavora a livello locale e nazionale con l'arte dello spostamento, Plhomo in tutta Italia con il Metodo S.E.M.A. e DietroDuomo a Padova con eventi, corsi e seminari tematici.
