Il regno dei cieli nella carne
- Elia Landolfi
- 27 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Purtroppo, almeno per me, le indicazioni morali alludono troppo spesso a dimensioni spirituali-soprannaturali che sono difficili da mettere in relazione con l'esperienza quotidiana. In compenso, con un piccolo sforzo, spesso si possono trovare paralleli interessanti.
"Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore." (Mt 6,19-23)
Se parliamo di cielo e dimensioni spirituali ne parliamo o in modo ipotetico o figurato. Personalmente, la vita la vivo sulla terra e lo stesso fanno tutte le persone che ho conosciuto, monaci compresi, con stili più o meno diversi. Ovviamente il mio intento qui non è quello di sminuire la fede cristiana, né i contenuti dei vangeli, quanto piuttosto proporre un parallelo molto semplice e concreto, che in fin dei conti potrebbe anche non essere così lontano dal messaggio del passaggio citato.
In particolare ti propongo, senza pretese, di provare a sostituire la parola "cielo" con la parola "carne", lasciando inalterato di tutto il resto. Ora proviamo ad interpretare tutto insieme.
"Non accumulate tesori sulla terra [...]"
Evidentemente suggerisce di non preoccuparsi troppo dei beni materiali e fin qui tutto bene.
" [...] dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano [...]"
Al di là del significato più letterale, che nella ricca e tecnologica società contemporanea potrebbe sembrare un'argomentazione di poco conto, proporrei di intenderlo più come un monito rispetto allo stress, abbastanza inevitabile, che deriva dalla preoccupazione per le ricchezze materiali: dalla paura di perdere soldi alla necessità di continuare a sacrificare tempo, salute ed energie per farne altri.
" [...] accumulate invece per voi tesori nella carne, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano [...]"
Ora si fa interessante. Nella carne, nel corpo, possiamo accumulare tesori senza incorrere nello stress e nei disagi citati nel passo precedente. Una banale argomentazione contraria sarebbe che anche il corpo invecchia, si ammala e muore, ma la possiamo liquidare molto facilmente nel momento in cui accettiamo, con un po' di umiltà , i limiti che la grande natura (che forse qualcuno potrebbe chiamare Dio, ma questo è un altro discorso) ci ha donato: nascita e morte. Del prima e del dopo possiamo sapere poco, ma sono sempre disposto a cambiare idea con delle prove sufficienti. Se ci limitiamo a parlare dell'arco di vita di cui ci è concesso fare una normale esperienza, accumulare tesori nel corpo potrebbe significare, molto semplicemente, coltivare la salute nel senso più ampio del termine: non solo assenza di malattia, ma benessere. Come si traduce? Prova a pensare ad un corpo sano, nei limiti ad ognuno concessi secondo le sue caratteristiche personali: funzionale, vitale e sensibile, non molto altro. La questione piuttosto è il come, che non è poi così complicato: buon sonno e buon cibo sono gli ovvi presupposti, un buon movimento è il segreto nascosto alla luce del sole. Non solo il nostro corpo è fatto per muoversi, ma noi ci esprimiamo attraverso il movimento. Il linguaggio non verbale (che va dalla postura al carattere) è il linguaggio del corpo ed è il più intimo, il linguaggio paraverbale (che va dal tono al ritmo) dipende sempre dal corpo e perfino per il linguaggio verbale abbiamo bisogno del corpo. Al contrario, non abbiamo bisogno del linguaggio per amare, gioire, muoverci e cantare. Insomma, accumulare tesori nella carne significa lavorare sul corpo, non con il corpo. Non si tratta di fare pesi per mostrare un corpo muscoloso, si tratta di usare la pratica del movimento per allenarsi a riempire la carne e il gesto di vita, la stessa vita pulsante che detta parole ispirate e armonie che fanno tremare il cuore. Se questi tesori si accumulano nella carne la vita è più piena, più felice e più luminosa, senza grandi pretese, senza grandi necessità materiali e, chissà , forse lo è anche la sua fine.
" [...] Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore."
Se il tesoro è nella carne, il cuore è nella carne. Se il cuore è nella carne e non nelle ideologie, non litigo con il prossimo perché la carne sente che è brutto, che fa male, la mente no. Se il cuore è nella carne e non nei miei condizionamenti culturali e sociali, seguo quel che mi fa stare bene, non quello che è promosso nell'ambiente in cui mi trovo. Se il cuore è nella carne e non nel portafoglio, condivido e aiuto il prossimo perché è più bello e fa stare meglio vedere un sorriso sincero piuttosto di un viso consumato dalla sofferenza. Lama Tzong Khapa, un grande monaco tibetano, tanti anni fa ha scritto qualcosa del tipo: "La vera meditazione è entrare nella terra pura con il corpo fisico". Personalmente, questo è il regno dei cieli che preferisco, il regno dei cieli nella carne.
PS: ovviamente se restano tutte belle parole, come sempre, non cambia nulla. Ci vuole la pratica e ci vuole la tecnica. Le arti del movimento sono tante, ma bisogna imparare a dar loro vita e io, personalmente, ho conosciuto poche persone in grado di farlo. Da parte mia faccio del mio meglio per condividere la mia pratica attraverso yoga, movimento naturale e parkour. Se hai piacere di approfondire con me, contattami e proveremo ad organizzarci nella maniera migliore per camminare assieme.
Un saluto,
Elia
